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AI Generativa: in Italia potrebbe originare una crescita del PIL dell’8%. Google traccia i trend 2025

L’Artificial Intelligence sta avanzando con un ritmo straordinario. Anche in Italia, dove sempre più aziende riconoscono che l’AI Generativa non è un semplice strumento tecnologico, ma un elemento distintivo con il potenziale di ridefinire il panorama competitivo.

E le promesse sono importanti, perché si tratta di un’opportunità per aziende, PA e lavoratori, come ha sottolineato recentemente nel corso di un incontro stampa Cristina Conti, Customer Engineering Manager di Google Cloud Italia: «Secondo un recente studio Google, il 58% delle persone potrebbe beneficiare dell’adozione dell’Intelligenza Artificiale per semplificare il lavoro, accelerare lo svolgimento di alcune attività, aumentare la produttività e avere un supporto per svolgere task creativi. Ma a trarne benefici è anche il sistema Paese, perché secondo le nostre indagini, nei prossimi dieci anni l’accelerazione dell’adozione della GenAI potrebbe portare a una crescita del PIL tra i 150 e i 170 miliardi, che equivale all’8%. Un ritardo di anche solo 5 anni farebbe scendere questa percentuale al 2%».

E Google sta giocando un ruolo di primo piano in questa nuova tranche di innovazione e di “Agentic Era”, portando sul mercato soluzioni che tengono conto delle esigenze di clienti e partner. «Non è un caso che si susseguono costantemente i lanci di nuovi prodotti, nuove caratteristiche e features», ha ribadito Paolo Spreafico, Director Customer Engineering per l’Italia di Google Cloud. E l’ultimo annuncio in casa Google riguarda Gemini 2.0, il nuovo modello di Intelligenza Artificiale, con progressi nella multimodalità, come l’output nativo di immagini e audio e l’uso nativo di strumenti che gettano le basi per esperienze agenziali in grado di pianificare, ricordare e agire al posto dell’utente con la sua guida.

Come ha ricordato Spreafico, «si tratta di una versione sperimentale disponibile sotto forma di API all’interno della piattaforma AI Studio. In sostanza, la vera novità di Genimi 2.0 riguarda la percezione dell’ambiente circostante e del contesto in multimodalità, perché vuole replicare la multi sensorialità, tipica dell’essere umano, che sente, vede, annusa. La multimodalità di Gemini 2.0 riassume in real time tutte queste caratteristiche e ha portato già alla realizzazione di progetti come Astra – l’agente AI costruito tramite questo modello che percepisce la realtà circostante ed è in grado di suggerire all’utente finale quello che gli è utile in quel momento, in ottica produttiva – e Mariner – un prototipo di ricerca che esplora il futuro dell’interazione uomo-agente, a partire dal browser».

La strategia di Google si articola su più livelli, complementari e indispensabili, che consentono di abbracciare soluzioni basate sull’Intelligenza Artificiale. Innanzitutto, c’è l’infrastruttura, con l’annuncio della nuova Tensor Processing Unit (TPU) Trillium che «aggiunge una potenza computazionale di tre volte superiore rispetto alla generazione di TPU precedenti, a parità di investimento. E per noi il 2024 è stato anche l’anno della diffusione nelle nostre ormai 40 Google Cloud Region dell’architettura AI Hyper Computer, che è alla base dell’ottimizzazione infrastrutturale per far lavorare l’Intelligenza Artificiale in maniera ottimizzata e più efficace».

Altro tassello importante su cui sta lavorando l’azienda sono i modelli, «e non si intende solo Genini 2.0, che nella sua versione Flash sperimentale andrà ad arricchire gli AI Studio. Il nostro obiettivo è avere una piattaforma che sia più possibile open, che sia in grado di ospitare anche modelli di terze parti. Nel caso degli Agenti, per esempio, la piattaforma Google, con il suo “Studio Agent”, ne mette a disposizione alcuni “precostituiti” ma dà anche la possibilità di crearne di nuovi in maniera semplice per rispondere a esigenze aziendali o personali di varia natura. Ed è il caso dell’Agente in italiano rilasciato recentemente in Google Workspace, che permette di implementare un processo che incrementa in modo importante la produttività: il 75% dei nostri clienti di quest’area riconosce che l’introduzione di questa caratteristica permette di creare contenuti in maniera collaborativa, più efficiente e più performante».

Tra i modelli spiccano anche quelli di creazione delle immagini che sono stati rilasciati nel 2024, tra cui Imagen 3, che parte da un prompt o in maniera multimodale da un’altra immagine, e Vio, il set di API per la generazione di video che genera degli output ad alta risoluzione partendo da altri contenuti multimediali.

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